Ancora adesso devo chiedere al viaggiatore seduto dinanzi a me se il treno è quello giusto e se giusta è la direzione, anche se non lo conosco, anche se non l’ho mai visto prima. Anche se lo so bene. Piccola, salgo gli scalini ancora troppo alti. Sempre in affanno, sempre di corsa. Treno puzzolente di ferodi e di piscio. Scompartimenti marroni, le retine per cappotti e merende in un lungo viaggio su per l’Italia. Accanto al finestrino guardo fuori. Davanti a me fotografie sbiadite di monumenti delle città.