“Aspetti?” Le rispondo, aspetto, e continuo a scrutare il cielo notturno; qui in collina, è profondo e luminoso e il divanetto sul patio è un posto in prima fila. Elena si siede accanto a me e la cingo con un braccio. Ennio è in penombra, ma con la coda dell’occhio lo vedo: si picchietta la tempia con un dito per dire a nostra nipote: tua nonna è matta. Lei ride ad alta voce: “Noo!” Allora lui rientra brontolando: “Chiara, parli sempre della stessa cosa”.
È vero, Elena mi ha sentito fare tante volte il medesimo racconto, ma ogni estate, quando ritorna, è più grande e può ascoltare di più. “Nonna, da quale parte erano arrivati?”